Ep.1 - A due passi dalla Casa Batlló - Podcast
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Scritto da valeria

Casa Batlló: tra leggende, storia e curiosità

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Trascrizione dell’episodio

Ricordo ancora l’atmosfera: il sole appena tramontato, la luce rosa e blu della facciata. C’era chi passava e gli lanciavano uno sguardo veloce e chi, invece, si sedeva di fianco a me, incantato, a osservarla. L’ho fatto per parecchio tempo dopo il mio arrivo… Come per darmi un pizzicotto e ricordarmi che davvero ero a Barcellona!

VALERIA

Benvenute e benvenuti al primo episodio di Voci da Barcellona, il PodCast che parla di Barcellona! E´ il primo episodio del nostro podcast e noi siamo davvero molto emozionate! Abbiamo ideato questo Podcast con l’idea di parlarvi non solo dei quartieri, delle attrazioni, degli angoli nascosti della città ma inserirci anche il nostro vissuto, le nostre esperienze, i racconti di due persone che vivono e amano Barcellona da molti anni.

ILARIA

Oggi, infatti, partiamo dall’inizio parlando di quando ci siamo trasferite a Barcellona. Ricorderemo com’era vedere la città per la prima volta e condivideremo con voi l’emozione di aver vissuto a due passi dalla Casa Batlló! Sia io che Valeria infatti siamo venute a vivere a Barcellona nel 2010 ed entrambe vivevamo nell’Eixample il quartiere Modernista.

VALERIA

Eh si, tu Ilaria sei arrivata in inverno io invece col caldo: 12 giugno 2010 e la prima casa dove ho vissuto si trovava proprio a 200 metri dalla Casa Batlló! Vivevo con una ragazza spagnola e due brasiliani.

ILARIA

Comunque la pronuncia di sta Casa è un mistero anche per noi che viviamo qui da tredici anni!

BAT – GL – Ó pronunciata di seguito e veloce!

VALERIA

Vabbè andiamo avanti! Dicevo che la Casa BAT-GL-Ó, mi aveva affascinato come molte cose di Barcellona. Non avevo mai vissuto da sola, né tantomeno in una città fuori dall’Italia! Ricordo che ogni volta che tornavo a casa allungavo la strada per sedermi lì, su una delle panchine di fronte, incantata a guardare questo edificio pazzesco.

Ricordo ancora l’atmosfera: il sole appena tramontato, la luce rosa e blu della facciata. C’era chi passava e gli lanciavano uno sguardo veloce e chi, invece, si sedeva di fianco a me, incantato, a osservarla. L’ho fatto per parecchio tempo dopo il mio arrivo… Come per darmi un pizzicotto e ricordarmi che davvero ero a Barcellona!

ILARIA

Che bello Vale, inoltre Gaudí ne sarebbe stato felice: con le sue opere voleva stimolare l’immaginazione, la fantasia, e tu hai trovato il tempo per fermarti ed osservare! Il Modernismo infatti devi guardarlo, toccarlo (quando è possibile!) per capire come questi grandi artisti erano capaci di trasformare un edificio in qualcosa di vivo creando un nuovo linguaggio decorativo tutt’oggi molto apprezzato!

VALERIA

Ila, spiegaci un attimo in che costa consiste questa corrente artistica di cui si sente parlare non appena si scende dall’aereo!

Che cos’è il modernismo?

ILARIA

Il Modernismo si è diffuso in tutta Europa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. In Italia la conosciamo come Liberty, in Francia Art Nouveau, in Inghilterra Modern Style e in Spagna Modernismo.

È l’interprete artistico dell’industrialismo: vuole incarnare quella ventata di novità e di ottimismo che la Rivoluzione industriale aveva portato nelle grandi città europee.

VALERIA

Ed è proprio nel quartiere dell’Eixample di Barcellona, nei dintorni di Paseo de Gracia (1827), che si trova il nucleo di edifici modernisti più importanti di tutta Europa vero Ilaria?

ILARIA

Sí, Tra il 1900 e il 1912, vennero infatti edificati veri e propri capolavori dell’architettura, commissionati dalla ricca borghesia dell’epoca che voleva ostentare la propria ricchezza economica e il proprio prestigio sociale attraverso l’originalità e la spettacolarità dell’edificio, che diviene il riflesso del potere del proprietario.

Se ai tempi del Caravaggio i temi trattati erano prettamente religiosi, il motivo è che il committente di maggior prestigio economico era la Chiesa. All’epoca del Modernismo, invece, il potere economico era concentrato nelle mani dei grandi industriali. Ecco spiegato perché i grandi committenti di Antoni Gaudí erano potenti industriali:

• Josep Batlló, appartenente a una delle più prestigiose famiglie della città, era un industriale tessile proprietario di varie fabbriche a Barcellona.

• Pere Milà era un avvocato, industriale e politico catalano. Grande appassionato di macchine. Non a caso nell’edificio che commissiona a Gaudí, la Pedrera, troviamo il primo parcheggio sotterraneo di tutta Barcellona.

VALERIA

Caratteristica del Modernismo, correggimi se sbaglio, è l’utilizzo dell’elemento naturale vero? Gaudì lo ha usato in tutte le sue opere…

ILARIA

Si infatti, facendo una passeggiata per l’Eixample possiamo osservare come in tutti gli edifici modernisti c’è l’utilizzo insistente del motivo floreale che diviene il simbolo della nascita di una nuova era. È la primavera portata dalla rivoluzione industriale: nuovi farmaci, nuovi mezzi di trasporto renderanno la vita più piacevole e facile! Ed è così che: dalle facciate delle case fioriscono fiori, le vetrate filtrano una luce onirica, la pietra diviene un tronco d’albero e sembra di vivere in un luogo magico…

Anche per Gaudí la natura era fonte primaria d’ispirazione, ma da uomo estremamente religioso qual era la considerava opera del creato divino. Gaudí, non imita la natura (perché non si può imitare la perfezione divina) ma la osserva e crea delle opere che possano mimetizzarsi nelle forme del creato. “Originalidad es volver al origen”, ripeteva Gaudí, e crea un’architettura che è essenzialmente ritorno all’origine! Tutte le strutture, gli ornamenti che un architetto potesse immaginare, esistevano già in natura… bisognava solo tornare all’origine!

L’amore di Gaudí per le forme naturali traspare in ogni elemento delle sue costruzioni:

La Pedrera o Casa Milà (1906-1910), infatti, più che un edificio sembra un’enorme parete rocciosa: la facciata viene scolpita dal grande maestro per creare una scogliera marina dove possiamo immaginare alte onde del mare sbattere contro le pareti fino a modellarle e creare linee curve, ondulate. I balconi in ferro battuto ricordano, invece, delle alghe.

Nella casa Batlló (1904-1906) non esiste un solo angolo regolare e i riferimenti al mondo naturale sono infiniti sia all’interno dove un camino ha le sembianze di un fungo sia all’esterno dove basta pensare che la facciata della casa viene definita come l’equivalente architettonico delle ninfee di Monet!

VALERIA

Tutt’oggi non si è ancora chiusa la disputa tra le case più belle di Gaudí perché tra le domande che più ci fanno i letto del nostro blog… Pedrera o Casa Batlló?

Io con la Casa Batlló sono di parte probabilmente perché è stata presente durante tutta la mia prima estate barcellonese… Mi ricordo benissimo com’era affacciarsi dalla finestra dell’ufficio in Via Concell de Cent, dove facevo uno stage. Vedevo il patio interno della Casa Batlló visitato ogni giorno da un sacco di persone. Ho ancora delle foto…

ILARIA

Eh si perché le case all’Eixample hanno due facciate: una esterna che dava sul viale principale di passaggio e una interna, più intima e silenziosa che dà ai grandi patii interni. Anche io ho avuto la fortuna di vivere in un bellissimo e coloratissimo appartamento nell’Eixample, il quartiere modernista! Nel febbraio 2010, con una borsa Erasmus, sono venuta a vivere a Barcellona, nella zona di Plaça Universitat: quasi ogni giorno passavo davanti la Casa Batlló, venendo da Consell de Cent, che è una via che (dall’inizio del XX secolo!) è considerata la via delle Gallerie d’Arte con un presenza oggi di una cinquantina di spazi espositivi. Studiavo per diventare storica d’arte e amavo la scultura e la pittura. Ma solo camminando per le vie dell’Eixample, iniziai ad amare l’architettura! Con Gaudí ho capito che puoi plasmare qualsiasi cosa e trasformarla in quello che vuoi perché non c’è limite all’immaginazione.

Il grande maestro del Modernismo catalano è stato capace, infatti, di trasformare interi edifici in una fiaba…
Pensiamo, per esempio, alla facciata della Casa Batlló che è sicuramente la più originale e suggestiva di tutta la città!

L’interpretazione della facciata di Casa Batlló

VALERIA

Ci sono diverse interpretazioni di quello che Gaudí voleva rappresentare vero? Qual è la versione più condivisa tra gli storici d’arte del significato della facciata di Casa Batlló?

ILARIA

Gaudí voleva trasformare la facciata della Casa Batlló in un simbolo religioso e patriottico. Confida infatti a un suo amico, lo scrittore catalano Joan Martorell, di essersi ispirato alla leggenda di Sant Jordi (San Giorgio), il patrono della Catalogna, che vince contro il drago. Ed è questa sicuramente l’interpretazione più appropriata!

La leggenda di Sant Jordi

VALERIA

Aspetta vediamo se ricordo la leggenda:
Un terribile drago spaventava gli abitanti di una cittadina catalana, in provincia di Tarragona, causando morte e distruzione tra la popolazione.Ogni giorno il drago pretendeva una persona da sacrificare, che veniva scelta a sorte tra tutti gli abitanti del regno. Un giorno, il destino volle che la persona scelta fosse la principessa ma, proprio quando il drago stava per divorarla, un cavaliere arrivò per affrontare la bestia e salvarla: Sant Jordi sguainò la sua spada e trafisse il drago, uccidendolo così e liberando il paese. Si dice che dal suo sangue nacque un cespuglio di rose rosse. Sant Jordi ne colse una e la offrì alla principessa.
Ed è da qui che nasce il “ Día de Sant Jordi”, il San Valentino catalano che si festeggia il 23 di Aprile e coincide con il giorno internazionale del libro. Gli innamorati, infatti, si scambiano una rosa e un libro.

ILARIA

E infatti proprio per questa occasione che la facciata della Casa Batlló viene decorata con delle rose che ne ricoprono i balconi: uno spettacolo unico!

Tornando all’interpretazione della facciata della Casa Batlló, se la osserviamo notiamo come rappresenta allo stesso tempo: il drago, la sua tana, le sue vittime e il trionfo del santo.

In alto, sul tetto, vediamo un drago che occupa il palazzo mangiando gli abitanti: se cercate con lo sguardo le parti in pietra calcarea del Montjüic scoprirete le varie ossa e i tendini, resti della “comida”, del cibo, del drago. Ma un giorno arriva San Giorgio e con una lancia (che sarebbe la colonnina di sinistra con la croce), animato dalla volontà divina, uccide il drago. Dal sangue del drago nasce un bellissimo roseto. Il sangue ora si trasforma in elemento positivo che vediamo dalla caduta dei coriandoli colorati… i trencadís riciclo creativo di pezzetti di ceramica rotti e disposti casualmente per dar colore e movimento a ogni cosa!

Per me la facciata della Casa Batlló riassume un po’ anche l’essenza di Barcellona: colorata, dinamica, irrazionale… e, dopo tanti anni che vivo qui, a volte ancora mi sembra di vivere una favola!

VALERIA

Che romantica Ilaria! Siamo arrivati alla fine di questo primo episodio che speriamo vi sia piaciuto.

Vi ricordiamo che potrete trovare tutte le info sulla Pedrera, Casa Batlló (MI RACCOMANDO LA PRONUNCIA), dove comprare i biglietti online di questo ed altre attrazioni sul nostro blog Visitare Barcellona e in descrizione vi lasciamo tutti i link!

ILARIA

Spero che anche grazie ai nostri racconti inserirete nella lista di “cose da fare “ la visita ad un edificio di Gaudí perché vale veramente la pena … e non dimenticatevi di prendervi il tempo per fare come noi e sedervi sulle panchine per osservare la cascata di coriandoli della facciata della Casa BAT/ GL/Ó!

VALERIA

Ci vediamo nel prossimo episodio e attenzione perché parleremo della Sagrada Familia!

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