Guida completa del Modernismo Catalano a Barcellona
Ilaria
Scritto da Ilaria

Modernismo catalano: come Gaudí &Co hanno trasformato Barcellona

| 4 commenti

Quello che in Italia conosciamo come Liberty, dai francesi viene chiamato Art Nouveau, dagli inglesi Modern Style mentre in Spagna assume il nome di Modernismo.
Liberty, Art Nouveau, Modern Style e Modernismo fanno in realtà parte di un’unica corrente artistica fiorita, in tutta Europa, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

Se avete intenzione di conoscere parte del modernismo catalano e scoprire alcune delle opere più importanti di Gaudì vi consigliamo di acquistare dal bottone qui sotto il Pass 3 Case di Gaudí, un pacchetto che include la visita alla Casa Batllo, la Pedrera e il Palau Guell più un codice sconto del 10% da utilizzare su altre attrazioni di Barcellona.

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Le caratteristiche del movimento

Nonostante la diversità dei nomi, le peculiarità del movimento sono simili in ogni paese:

  • L’utilizzo del tema naturalistico: fiori, animali e creature fantastiche inondano le facciate degli edifici, trasformandoli abilmente in un racconto fiabesco
  • La preferenza per i ritmi morbidi impostati sulla curva e sulle sue varianti come spirali e volute
  • L’insofferenza delle proporzioni e dell’equilibrio simmetrico che porta alla rottura della forma e del razionalismo architettonico.

Quando osserviamo un edificio modernista siamo colpiti dai ritmi “musicali”, dalla maestosità dell’edificio, che si sviluppa in altezza o in larghezza, e dall’andamento morbido, ondulato e sinuoso, che conferisce vitalità a un materiale rigido e freddo come la pietra.

Arte e industria

Questa corrente artistica si sviluppa unicamente in quei paesi in cui è stato raggiunto un certo grado di sviluppo industriale, poiché il Modernismo nasce proprio con lo scopo di interpretare la spiritualità da cui, con un po’ d’ipocrisia mista a ingenuità, si diceva ispirato l’industrialismo.

La rivoluzione industriale porta nelle varie città europee una voglia di novità e di ottimismo. Segna l’alba di una nuova era. Tali sentimenti vengono quindi tradotti in arte dal Modernismo e non è casuale l’utilizzo insistente del motivo floreale: è la fioritura, la primavera portata dall’industria, non solo agli edifici ma alla società stessa.

La sola città spagnola che ha vissuto, in questi anni, uno sviluppo industriale è Barcellona. Ed è proprio per questo motivo che oggi possiamo ammirare i capolavori dell’architettura modernista solo in Catalogna e non in altre regioni spagnole.

Nel quartiere della Dreta de l’Eixample, nei dintorni di Paseo de Gracia, si trova il nucleo di edifici modernisti più importanti di tutta Europa.

Tra il 1900 e il 1912, vennero edificati veri e propri capolavori dell’architettura, commissionati dalla ricca borghesia dell’epoca che voleva ostentare la propria ricchezza economica e il proprio prestigio sociale attraverso l’originalità e la spettacolarità dell’edificio, che diviene il simbolo e il riflesso del potere del proprietario.

Se ai tempi del Caravaggio i temi trattati erano prettamente religiosi, il motivo è che il committente di maggior prestigio economico era la Chiesa. All’epoca del Modernismo, invece, il potere economico era concentrato nelle mani dei grandi industriali.

Ecco spiegato perché i grandi committenti di Antoni Gaudí, maestro indiscusso del Modernismo catalano, erano potenti industriali:

  • Josep Batlló, appartenente a una delle più prestigiose famiglie della città, era un industriale tessile proprietario di varie fabbriche a Barcellona.
  • Eusebi Güell, imprenditore e tra i più grandi mecenati della città, commissiona al suo amico Gaudí diverse opere: il Parc Güell, la Colònia Güell, il Palau Güell e le Cantine Güell, che si trovano nei pressi di Sitges.
  • Pere Milà era un avvocato, industriale e politico catalano. Grande appassionato di macchine, non a caso nell’edificio che commissiona a Gaudí, la Pedrera, troviamo il primo parcheggio sotterraneo di tutta Barcellona.
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Nonostante il lavoro degli architetti dell’epoca aveva come scopo quello di rendere il committente di turno ricco e potente agli occhi della società catalana, era un buon periodo per questi maestri, poiché godevano di una libertà d’espressione assoluta e venivano pagati profumatamente per esprimere al massimo la loro creatività. Un lusso, se pensiamo che pochi anni dopo, nel 1939, con l’avvento del franchismo le arti subirono una forte censura. S’impone uno stile sobrio e lineare più improntato a quel classicismo, tanto odiato dai modernisti.

Quindi, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, esplose a Barcellona una volontà di fresca innovazione, che colpì non soltanto gli edifici privati ma anche farmacie, pasticcerie, forni e negozi vari, che iniziarono ad imitare lo stile decorativo delle residenze borghesi.

L’arte e la bellezza inondarono la vita quotidiana di Barcellona dando vita al culto della nuova modernità.

Osservando un edificio modernista, risalta all’occhio l’attenzione con la quale sono state realizzate porte e finestre, che hanno anche una funzione simbolica, perché segnano il confine tra mondo esterno e mondo interno.

Le finestre, infatti, permettono al ricco borghese di osservare e lasciarsi osservare da chi, passeggiando per strada, alza gli occhi verso l’incantevole edificio.

Pensiamo alla finestra di Casa Batlló. Il piano nobile presenta questa grande apertura verso Paseo de Gracia. Oggi passando per questo grand boulevard, intravediamo i numerosi turisti che occupano quello che un tempo era il salone dei Batlló. Immaginiamo come, a inizio secolo, doveva sentirsi un uomo comune che vedeva affacciarsi da quelle stesse finestre Josep Batlló.. invidioso. Sì, tanto invidioso!

Se la trasparenza delle vetrate simboleggiava un’apertura verso il mondo esterno, la porta dell’edificio, invece, doveva rappresentare solidità e austerità: l’apertura di questi ingressi veniva riservata e concessa a pochi privilegiati.

Spesso possiamo trovare un elemento che ci riconduce al proprietario della casa, come l’iniziale del suo cognome, scolpita in rilievo nell’architrave della porta stessa, oppure volti di donne e uomini proprietari dell’edificio, che accolgono il visitatore fortunato che entra nella loro dimora.

Els 4 Gats e la bohémien catalana ai tempi del modernismo

Ma chi erano i geni che trasformarono l’Eixample in un museo a cielo aperto? Chi erano i maestri del modernismo catalano?

A Barcellona, il re indiscusso era Antoni Gaudí, accompagnato da Lluís Domènech i Montaner, altro grande architetto del movimento, creatore del Palau de la Música Catalana, edificio considerato il tempio del Modernismo. La sua opera si caratterizza per l’utilizzo del razionalismo costruttivo, unito a una ricca decorazione ispirata all’architettura araba.

Josep Puig i Cadafalch viene considerato, invece, l’ultimo rappresentate dell’architettura modernista catalana. La sua opera si contraddistingue per l’utilizzo di elementi decorativi appartenenti allo stile gotico e per i forti richiami alla cultura del nord Europa. Tra i vari edifici realizzati dall’artista ricordiamo: la Casa de les Punxes, il caffè Els 4 Gats e la Casa Amatller, capolavoro spesso oscurato dall’adiacente edificio del Gaudí, la Casa Batlló.

I 4 gatti” è un locale realizzato, tra il 1894 e il 1896, da Cadafalch che diviene da subito il luogo d’incontro della bohémien catalana e dei maestri dell’architettura modernista.

Sempre in continua effervescenza, si organizzavano nell’Els 4 Gats, su ispirazione dei cabaret parigini, dibattiti sulla cultura e la letteratura dell’epoca, spettacoli di marionette, di ombre cinesi e mostre di pittura. Un giovane pittore, allora diciannovenne, frequentava questa vivace birreria. Parliamo di Pablo Picasso, oggi l’artista più quotato al mondo, che espone pubblicamente le sue opere per la prima volta proprio nell’Els 4 Gats.

L’atmosfera frizzante, la voglia di cambiamento, la condivisione di idee e di creatività degli intellettuali dell’epoca che, seduti a un tavolino, esprimevano il desiderio di liberarsi dalla noia della tradizione accademica e di vivere controcorrente, sembrano non aver mai abbandonato questo luogo.

Vi invito a passare per la piccola Carrer de Montsió, a sedervi al bar per respirare a pieni polmoni l’aria di un Modernismo, che vivrà in eterno nella fantasia di chi, ammirando i capolavori di questi geni, sorriderà pensando a un’arte che profuma di primavera.

Museo del Modernismo

Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento potete visitare il Museo del Modernismo, che si trova in carrer Balmes 48 (metro Passeig de Gracia o Universitat). Comprando online il biglietto risparmiate il 15% sul prezzo e vi costerà così 8,50€ per gli adulti e 4,35€ per i ragazzi dai 5 ai 15 anni.

Avete curiosità o domande? Scriveteci nei commenti!

  • Agosto 7, 2019 at 15:55
    Alessandro Rossi
    La bellezza salverà il mondo: e Barcellona offre il suo contributo.
    • Agosto 7, 2019 at 17:05
      Pedro
      :-)
  • Settembre 17, 2016 at 17:42
    Giampiero Pigliapoco
    Mi sembra strano che per Barcellona non ci sia una cartina di questo tipo; l'ho sempre trovata molto pratica. Per caso c'è ed io non l'ho trovata? Giampiero
    • Settembre 17, 2016 at 21:00
      Pedro
      Hola Giampiero, no mi spiace la mappa della città dei trasporti la trovi in questo articolo, mentre quella con tutte le strade ai vari punti informazione nella città.
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