Visitare lo zoo di Barcellona? Riflettiamoci insieme!
Alice
Scritto da Alice

Visitare lo zoo di Barcellona? Riflettiamoci insieme!

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Nel corso degli anni, noi di Visitare Barcellona abbiamo ricevuto centinaia di richieste di informazioni su come organizzare una visita allo zoo di Barcellona. Lo sappiamo bene: lo zoo è una delle attrazioni cittadine più consigliate e popolari per chi visita la Ciutat Comtal, ma noi preferiamo non consigliarla come tappa di un itinerario in città a priori, ma darvi gli strumenti per decidere in autonomia se visitarla o meno.

Crediamo che la discussione sull’etica di un’attrazione che prevede la tenuta in cattività di animali fuori dal loro habitat naturale, sia imprescindibile. Per questo motivo vi invitiamo a leggere con attenzione questo articolo per avere più elementi per decidere se prenotare una visita allo zoo di Barcellona. Se deciderete di darlo, potete prendere i biglietti da qui (e in questo modo ci aiutate a mantenere aggiornato questo blog):

Zoo di Barcellona
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famiglia di suricato

Perché è meglio non visitare lo zoo di Barcellona: il nostro punto di vista

Lo zoo di Barcellona, situato nel suggestivo Parc de la Ciutadella, è un’attrazione che da anni incuriosisce chi arriva in città, soprattutto se viaggia con bambini. 

Lo zoo venne inaugurato nel 1892 negli spazi che pochi anni prima erano stati destinati all’Esposizione Universale di Barcellona del 1888. I primi animali provenivano dalla collezione privata dell’impresario barcellona Lluís Martí i Codolar, che li donò al Comune di Barcellona.

Oggi lo zoo di Barcellona continua a ospitare una delle collezioni di animali più importanti d’Europa. Per molti anni, dal 1966 al 2003, uno dei suoi animali più famosi è stato Floquet de Neu (Fiocco di Neve), il gorilla albino unico al mondo.

Gorilla albino Zoo di Barcellona

Sappiamo che la possibilità di vedere dal vivo animali esotici provenienti dai quattro angoli del mondo e la promessa di fare un’esperienza istruttiva e divertente sia una tentazione a cui può essere difficile rinunciare. E i numeri dello zoo di Barcellona lo dimostrano: sono più di 740 mila le persone che lo hanno visitato nel 2022. 

Negli anni lo zoo ha modificato la sua narrazione e il suo impegno nei confronti degli animali, e oggi dichiara di avere tre obiettivi: conservazione, ricerca ed educazione. 

Tuttavia, rimane piuttosto criticato per lo stato delle sue strutture e per lo spazio insufficiente dedicato ad alcuni dei suoi animali.

Noi crediamo che gli animali selvatici meritino di vivere nei loro habitat naturali, dove possono esprimere comportamenti propri della loro specie e vivere secondo i loro ritmi. Lo spazio limitato degli zoo e la mancanza di un ambiente naturale possono causare loro stress, problemi comportamentali e persino problemi fisici.

La pratica di detenere animali per intrattenimento solleva da decenni domande etiche e molti zoo, incluso quello di Barcellona, non propongono più spettacoli con gli animali. Nonostante questo, è importante pensare a cosa rappresentano oggi queste strutture e a quanto siano realmente rispettose del benessere animale. Come turisti che girano il mondo in modo responsabile, dobbiamo valutare se un’esperienza di svago di qualche ora giustifica il possibile impatto negativo sugli animali.

Alcune domande da farti prima di visitare lo zoo di Barcellona

Una delle opinioni più diffuse di chi difende l’esistenza e le visite allo zoo è l’aspetto educativo e di ricerca. 

Partiamo dalla domanda che si fanno Simone Pollo, professore di Filosofia Morale specializzato in etica delle relazioni umani/animali, e Lisa Signorile, biologa e divulgatrice scientifica, in un articolo del Tascabile intitolato “A cosa servono gli zoo oggi”: quale tipo di educazione offre una visita allo zoo? 

È vero, negli zoo si ha l’opportunità di osservare animali altrimenti difficili da incontrare. Ma in un’epoca come la nostra, dove i documentari naturalistici sono alla portata di chiunque (e forse, in futuro, sarà possibile anche fare esperienze coinvolgenti grazie alla realtà virtuale) è davvero imprescindibile incontrarli di persona? 

Negli zoo, anche i più grandi e curati, gli animali vivono comunque in spazi ristretti, arredati con scenografie artificiose che dovrebbero evocare i loro ambienti naturali. 

Drago di comodo

Come dicono Pollo e Signorile, se esiste un obiettivo educativo prioritario legato al nostro rapporto con gli animali, questo riguarda senza dubbio la comprensione degli animali come forme di vita distinte da noi, con i loro specifici comportamenti e ritmi naturali. Potremmo comprenderli meglio vedendoli muoversi nel loro habitat originario anziché in un recinto, accompagnati da pannelli esplicativi o audioguide che descrivono come si comporterebbero se solo fossero in libertà. 

In questo contesto, se l’obiettivo è far conoscere la diversità della vita non umana e coltivarne il rispetto, il contesto degli zoo non solo mancherebbe di efficacia educativa, ma avrebbe addirittura un effetto controproducente.

C’è poi la questione della conservazione e protezione degli animali ospitati negli zoo. Sappiamo che, purtroppo, ormai molte specie animali rischiano l’estinzione e il mantenimento di esemplari negli zoo, preservando la varietà genetica, potrebbe rappresentare un mezzo per garantire la sopravvivenza di specie in pericolo in natura. 

Eppure molti degli animali che vivono negli zoo non appartengono davvero a specie a rischio. E allora possiamo domandarci: qual è il concetto di “conservazione” che dovrebbe giustificare la detenzione di animali selvatici, non a rischio di estinzione, in strutture pensate a uso e consumo degli esseri umani?

Le controversie intorno allo zoo di Barcellona

Lo zoo di Barcellona segue da anni una riforma per passare da luogo di esposizione di animali a spazio di conservazione ed educazione. 

In un recente articolo per El Diario intitolato “Rifugio o carcere per animali?”, leggiamo le opinioni di Sito Alarcón, direttore dello zoo di Barcellona, e Rosi Carro, coordinatrice scientifica della piattaforma internazionale ZOO XXI, che propone la riconversione degli zoo come li conosciamo oggi, con l’obiettivo di adattarli alla scienza e all’etica del nostro tempo. 

Nell’articolo, Alarcón parte dal caso delle gazzelle Dorcas originarie del deserto del Sahara che arrivarono allo zoo di Barcellona negli anni ‘70, per scelta di un gruppo di legionari spagnoli. 

Secondo Alarcón, le gazzelle Dorcas sono una storia di successo, perché nel loro habitat erano a rischio di estinzione. Per Rosi Carro, invece, il progetto è un esempio della filosofia colonialista su cui si fondano gli zoo

I gruppi animalisti denunciano gli zoo per essere luoghi che privilegiano l’esposizione di animali esotici come gazzelle, leoni o tigri rispetto alla loro conservazione. 

Per ZOO XXI, la crudeltà degli zoo sta nel fatto che gli animali rinchiusi vengono visti come cose: Carro fa l’esempio delle scimmie che oggi sono uno degli animali su cui il dibattito si fa più acceso. 

Diversi gruppi animalisti hanno infatti denunciato che le scimmie dello zoo di Barcellona sono in cattive condizioni e che soffrono di depressione e stress. Lo zoo ha riconosciuto che le strutture non erano ideali e, per questo motivo, ha iniziato a rinnovarne gli spazi.

Facocero nello zoo di Barcellona

Lo zoo di Barcellona non è nuovo a controversie in questo senso. Anche le strutture che ospitavano il leggendario gorilla albino Floquet de Neu, per esempio, erano state segnalate perché poco rispettose del suo benessere.

Dal 2019 è stato approvato all’unanimità un nuovo piano strategico per lo zoo di Barcellona e una modifica dell’ordinanza per la protezione, la detenzione e la vendita degli animali. 

L’accordo si basa su un’iniziativa della piattaforma ZOO XXI e su tre principi di base: 

  • nello zoo di Barcellona possono essere presenti solo esemplari appartenenti a un programma di specie finalizzato alla conservazione e, se necessario, alla reintroduzione nel loro habitat naturale; 
  • per essere ospitati nello zoo, gli animali devono essere approvati da un comitato scientifico ed etico;
  • lo zoo può ospitare solo specie autoctone.

Inoltre, il piano strategico stabilisce che gli animali che non appartengono ad alcun programma di specie devono essere trasferiti in santuari per animali, cioè luoghi che ospitano animali in difficoltà. 

Ed è proprio a seguito di questa decisione che il delfinario di Barcellona è stato chiuso nel 2020: i delfini dello zoo sono stati trasferiti in un santuario in Grecia.

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Una scelta consapevole: le alternative allo zoo di Barcellona

Siamo convinti che, come persone che amano Barcellona e che hanno aiutato migliaia di persone a conoscerla meglio, abbiamo una responsabilità: far sì che chi arriva nella Ciutat Comtal faccia scelte consapevoli. Lo scopo di questo articolo è darvi gli strumenti e i punti di vista utili per decidere in autonomia se visitare o meno lo zoo di Barcellona. 

Alla fine, la scelta di visitare o meno lo zoo di Barcellona è personale e riflette i valori individuali. Vorremmo però incoraggiarvi a prendere in considerazione le questioni etiche e il benessere degli animali quando pianificate un itinerario turistico che includa lo zoo. 

Barcellona offre una miriade di esperienze coinvolgenti che possono arricchire il vostro viaggio senza compromettere l’integrità dei suoi abitanti non umani. 

Nel nostro sito trovate centinaia di esempi, la città pullula di attrazioni ed esperienze che renderanno speciale il vostro soggiorno, tanto più se viaggiate con bambini. Dal parco giochi del Tibidabo agli artisti di strada, dalla spiaggia della Barceloneta al museo della scienza CosmoCaixa, esistono tantissime opzioni per divertirsi a Barcellona con bambini senza scomodare gli animali!

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